Batu Caves: un santuario induista a due passi da Kuala Lumpur

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A circa 13 km a nord della capitale malese, le Batu Caves rappresentano una delle escursioni più affascinanti da Kuala Lumpur. Le Batu Caves sono delle grotte incastonate in una parete calcarea alta oltre 100 metri che custodiscono un santuario sacro, un’imponente statua dorata e una lunga storia legata alla comunità tamil della Malesia. Io le ho viste nel mio viaggio tra Malesia occidentale e Singapore: Viaggio on the road tra Malaysia occidentale e Singapore.

Un po’ di storia

Il complesso prende il nome dal fiume Sungai Batu, che scorre poco distante, e dalla parola malese “gua” (grotta). La formazione geologica ha almeno 400 milioni di anni, ma la sua storia religiosa comincia molto più tardi.

Nel 1891, il mercante e leader tamil K. Thamboosamy Pillai vi istituì un tempio dedicato a Murugan, il dio della guerra, molto venerato nell’induismo tamil. Da allora, le Batu Caves sono diventate uno dei più importanti centri religiosi induisti al di fuori dell’India.

Cosa vedere alle Batu Caves

Le Batu Caves non sono un unico tempio, ma un complesso articolato di grotte, santuari e installazioni religiose, disseminati tra formazioni calcaree millenarie. Ecco il percorso che ho seguito io per esplorarle con attenzione.

La Statua dorata di Lord Murugan

La visita inizia con un impatto visivo fortissimo: una statua alta quasi 43 metri dedicata a Lord Murugan, il dio della guerra nella tradizione induista tamil. Interamente dipinta d’oro, svetta imponente ai piedi della scalinata. È la più alta statua di Murugan al mondo, costruita in 3 anni e inaugurata nel 2006. Rappresenta la protezione divina per chi intraprende la salita spirituale verso le grotte-templio.

La scalinata dai 272 gradini

Per accedere alla Temple Cave, bisogna salire 272 gradini ripidi che si arrampicano lungo la parete rocciosa. Dal 2018, i gradini sono stati dipinti in brillanti tonalità arcobaleno: un intervento tanto discusso quanto fotogenico, che ha trasformato l’intero accesso in un vero e proprio punto Instagram.

Durante la salita, è impossibile non notare la presenza vivace (e a volte invadente) delle scimmie macaco, che si aggirano tra i visitatori in cerca di cibo. Una parte naturale del paesaggio, ma da osservare con cautela.

Temple Cave (Grotta del Tempio)

La cima della scalinata conduce all’ampia Temple Cave, la più grande e importante del complesso. Lo spazio interno è arioso, con una volta naturale alta oltre 100 metri che lascia filtrare la luce del giorno, creando giochi di ombre e riflessi sulle pareti rocciose.

All’interno si trovano vari santuari decorati con statue di divinità induiste, tra cui ancora Murugan, Ganesha e Shiva. L’atmosfera è spesso animata da cerimonie religiose, suoni di campanelli e canti devozionali, che rendono il luogo profondamente spirituale, nonostante il flusso turistico.
L’ingresso è gratuito.

Ramayana Cave e la statua di Hanuman

Sulla sinistra dell’ingresso principale, prima ancora di salire la scalinata, si trova l’ingresso alla Ramayana Cave, più piccola ma altrettanto suggestiva. L’accesso è a pagamento, ma vale la visita per chi è interessato all’arte religiosa.

Il percorso all’interno racconta, attraverso sculture e bassorilievi illuminati, le principali scene dell’epopea indiana Ramayana, con effetti visivi che mescolano narrazione mitologica e atmosfera quasi teatrale.

All’esterno, non può passare inosservata la statua verde di Hanuman, il dio-scimmia, alta 15 metri e simbolo di forza e lealtà.

Oltre al percorso classico, è possibile esplorare piccole grotte laterali e sentieri che salgono nella vegetazione, offrendo scorci panoramici sulla zona circostante. In alcuni periodi dell’anno, si svolgono qui rituali più intimi o preparazioni legate al festival del Thaipusam, durante il quale l’intera area si trasforma in un pellegrinaggio spirituale che attira centinaia di migliaia di fedeli.

Ai lati della scalinata si apre l’accesso alla Dark Cave, una sezione più naturale e incontaminata del complesso, in passato visitabile solo con guida. La grotta ospita una notevole biodiversità, tra cui una rara specie di ragno endemico, oltre a stalattiti e stalagmiti millenarie. L’accesso è attualmente chiuso per motivi di conservazione.

Informazioni pratiche

La soluzione più comoda è il treno, con due possibili alternative.

  • KTM Komuter Line, linea rossa: fermata Batu Caves (capolinea).
  • La partenza è da KL Sentral e il viaggio dura circa 30-35 minuti.

In alternativa si può usare Grab (l’equivalente locale di Uber) o un taxi, con tempi e costi variabili in base al traffico.

Il sito è aperto tutti i giorni dalle 6:00 alle 21:00. L’ingresso è gratuito, tranne per alcune grotte secondarie. Attenzione al periodo del Thaipusam (di solito tra gennaio e febbraio): la folla è immensa, ma l’esperienza è unica. Migliaia di pellegrini arrivano a piedi, spesso portando kavadi, strutture sacre portate in segno di devozione e sacrificio.


Se volete vedere le mie foto delle Batu Caves le trovate nello spazio Flickr dedicato: https://www.flickr.com/photos/borntotravel77/albums/72177720320313696/

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