Il lago di Doberdò e quello di Pietrarossa fanno parte di una Riserva Naturale che si trova nella zona del Carso goriziano.
La riserva naturale dei Laghi di Doberdò e Pietrarossa è un’area naturale protetta del Friuli-Venezia Giulia istituita nel 1996. Occupa una superficie di oltre 700 ettari e si trova nel territorio di tre comuni della provincia di Gorizia: Doberdò del Lago, Monfalcone e Ronchi dei Legionari.
Il Lago di Doberdò, uno dei pochissimi laghi carsici italiani e unico in regione, è un’ampia area paludosa che viene alimentata da falde acquifere sotterranee e sorgenti presenti sul suo fondale. Per questa ragione il livello delle sue acque non è costante e la sua ampiezza può variare, occupare l’intero bacino oppure ridursi ad una pozza circondata dalla vegetazione.
Il Lago è il punto più interessante della Riserva regionale dei laghi di Doberdò e Pietrarossa, un’area che racchiude al suo interno sia le zone paludose che gli ambienti carsici più aridi. La vegetazione è quindi molto varia: si passa dai canneti e i salici della palude ai cespugli di sommaco che si colora di rosso in autunno, al bosco con carpini e pini neri.
Per gli amanti delle passeggiate, il Sentiero dei Castellieri è un ottimo modo per ammirare il panorama del lago. Si può lasciare la macchina nei pressi della Trattoria al Lago (chiusa) e da lì, dopo aver fatto un piccolo tratto di strada asfaltata, prendere il sentiero 72 fino ad incrociare il Sentiero sulla destra.
Poche centinaia di metri dopo, sulla sinistra si trova un sentiero che in breve tempo conduce al Rifugio Casa Cadorna, da cui si gode un meraviglioso panorama sulla zona sottostante, che aiuta a capire meglio la ricchezza della vegetazione. E’ un rifugio non gestito, un semplice appoggio.
Ridiscesi lungo il Sentiero dei Castellieri, si può proseguire costeggiando il lago fino a raggiungere un pontile-osservatorio che entra nella zona umida. Nei periodi in cui il lago è in secca, come quando sono stata io, ci si trova davanti ad un immenso canneto e si riesce ad intravedere a malapena la pozza d’acqua centrale, uno spettacolo che comunque vale la pena vedere per la sua rarità.
Continuando lungo il Sentiero dei Castellieri ci si immerge nel sottobosco e ci si riavvicina al lago nella sua punta più estrema. Da qui si può decidere di tornare indietro per la via già fatta oppure di salire sulla strada asfaltata e percorrerla fino a raggiungere la macchina.
Se invece siete amanti del trekking (leggero, l’ho fatto pure io!) potete proseguire sulla sinistra, lungo il sentiero 72, che conduce sulla cima del Monte Arupacupa (circa 140 metri di altitudine). Qui si trova una spianata con dei cippi commemorativi di alcune battaglie della I Guerra Mondiale.
Proseguendo oltre il Monte Arupacupa si ridiscende fino ad incrociare il Sentiero dei Castellieri sulla destra, che porta alla strada asfaltata. Qui svoltando a sinistra si raggiunge la macchina, proseguendo invece diritti si rifà il percorso lungo il Lago.
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