Trieste, Cimitero Greco

Trieste e i suoi cimiteri acattolici

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A Trieste si trovano sette cimiteri delle confessioni religiose storicamente presenti in città. Andiamo a scoprirli con una passeggiata per Valmaura, un rione periferico e poco turistico.

In Via della Pace, nel rione di Valmaura, si trovano diverse distese di lapidi dai cognomi stranieri che danno testimonianza della multiculturalità di Trieste. Si tratta dei cimiteri greco, serbo, ebraico, ex-militare, evangelico, anglicano e musulmano. Vi racconto qualcosa di più.

Il Cimitero Greco Ortodosso

Questo cimitero risale al 1829 e ospita tombe funebri di persone provenienti da diverse zone elleniche: Peloponneso, Epiro, Salonicco, Macedonia…

Il vialetto di ingresso, sempre ben curato, porta alla prima cappella, bianca e preceduta da un portico con quattro colonne. Girando – silenziosamente e con discrezione, come è doveroso fare in questi luoghi – si possono leggere diversi nomi legati alla vita di Trieste, spesso riconducibili a palazzi che si trovano in centro città. Troviamo infatti Galati, Xydias, Sofianopoulo, Carciotti (Kartsiotis)…

Molte sono le tombe monumentali e imponenti, in particolare vi segnalo quella della famiglia Xyduas e quella della famiglia Afendouli.

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Il Cimitero Serbo

Il Cimitero Serbo, facilmente riconoscibile per il frontone con una scritta in cirillico che sormonta il cancello, risale al 1829.

Percorrendo il vialetto di entrata, tra alberi e cespugli di rose, si arriva alla cappella dedicata a San Giorgio Martire, uno dei santi più importanti del culto Serbo Ortodosso. Girando tra le lapidi, si nota subito l’alternanza dei periodi storici di appartenenza: si trovano tombe dell’Ottocento ma anche tombe molto più recenti, a testimonianza dell’importante presenza della comunità Serba a Trieste. Molte lapidi sono inoltre decorate con simboli della tradizione marinara, come delle ancore, spesso dovuto al fatto che le persone giunte in città dal paese balcanico erano capitani o armatori.

Tra le tombe più importanti si trovano quella di Angelo Cecchelin, importante attore comico triestino, quella delle famiglie Bliznakoff e Haggiconsta, e quella della famiglia Obrenović, che regnò in Serbia per gran parte dell’Ottocento.

Il Cimitero Ebraico

Sul lato opposto della strada rispetto al Cimitero Serbo si trova il Cimitero Ebraico, risalente al 1843. L’antico cimitero era situato in via del Monte, in centro città lungo una delle strade che salgono verso il colle di San Giusto; l’ossario che raccoglie le antiche spoglie è visibile appena entrati.

La tomba più imponente del cimitero è sicuramente quella dei baroni Morpurgo, imprenditori e diplomatici che diedero un grande impulso allo sviluppo di Trieste (fondando ad esempio Assicurazioni Generali). Purtroppo la tomba, una notevole struttura con un chiostro in stile moresco, versa in uno spiacevole stato di degrado. Subito accando si trovano la tomba in stile gotico della famiglia Ara-Cohen e quella in stile neoclassico della famiglia Morpurgo de Nilma.

A differenza di altri cimiteri, nei cimiteri ebraici non si trovano fiori né fotografie dei defunti. La tradizione prescrive infatti che sulle tombe siano deposti dei sassolini, a memoria delle persone defunte. Alla fine del vialetto si trova inoltre una piccola fontana dove ci si deve lavare le mani prima di uscire, come simbolo di purificazione.

Proseguendo la visita del Cimitero Ebraico, si notano due steli in pietra bianca, dove sono elencati i nomi delle persone decedute nei campi di sterminio tra il 1943 e il 1945. Si prosegue poi tra le tombe risalenti all’Ottocento, tra le quali si può vedere quella di Elio Schmitz, fratello dello scrittore triestino Italo Svevo. In quest’area le tombe sono addossate le une alle altre e sono per la maggior parte costituite da steli verticali, tipiche della tradizione askenazita; si alternano a monumenti funebri, stemmi familiari e tombe ricoperte da edera.

Proseguendo, si possono vedere le tombe dei rabbini e le tombe di inizio Novecento, prevalentemente costituite da un obelisco con un drappo pendente o con un ramo di palma e immerse tra alberi e muschi. Proseguendo cronologicamente e geograficamente, si arriva ad una piccola scaletta in pietra che riporta al livello più basso del cimitero.

Per poter visitare il Cimitero Ebraico – che è chiuso di sabato – agli uomini è richiesto di indossare la kippah, che vi verrà data all’entrata.

L’ex-Cimitero Militare

Nelle immediate vicinanze del Cimitero Ebraico si trova l’ex-Cimitero Militare (ora Civile), che ha mantenuto però alcuni angoli intatti nel tempo.

Appena entrati, imboccando alcuni gradini in discesa rispetto al vialetto di ingresso, si vedono 33 tombe bianche di soldati britannici deceduti a Trieste nel periodo dell’amministrazione anglo-americana del Territorio Libero di Trieste, tra il 1946 e il 1954. Si tratta del British Military Cemetery.

Un altro simbolo della multiculturalità triestina è l’obelisco in memoria dei caduti sovietici durante la guerra di liberazione della regione dal nazismo. Sulla colonna si può leggere la frase “Gloria Eterna ai Caduti nella Lotta al Nazismo” incisa in italiano, in russo e in kazako. A fianco si trovano altri due obelischi, uno dedicato ai caduti in mare durante la II Guerra Mondiale (distinguibile per la decorazione con una prua di una nave e quattro ancore) e uno dedicato ai caduti per la libertà dell’Armata Popolare Jugoslava, con incisioni in sloveno e posto qui dalla Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia

Infine si trova un monumento funebre decorato con una stella rossa dove riposano i soldati sovietici caduti il 2 maggio del 1945, come si può leggere dall’incisione riportata il russo, italiano e sloveno.

Il Cimitero Evangelico

Il Cimitero Evangelico risale al 1843, ma vi si possono trovare tombe antecedenti poichè già a metà del Settecento la comunità luterana aveva un piccolo cimitero in centro città, per un periodo condiviso con la comunità elvetica. Quello che colpisce del Cimitero Evangelico non è tanto la monumentalità delle lapidi o delle cappelle funebri, quanto la varietà delle provenienze delle persone che vi sono sepolte.

Tra le persone più note sepolte qui ci sono gli Hausbrandt, i fondatori della azienda di caffè triestina (1892), i Rittmeyer, grandi benefattori verso la città che riposano in una tomba sormontata da un angelo sorridente, Stanislau Joyce, fratello di James Joyce e Arturo Fittke, un famoso pittore triestino.

Il Cimitero Anglicano

Il piccolo Cimitero Anglicano ha il suo accesso proprio nei pressi della tomba della famiglia Fittke (nel Cimitero Evangelico) ed è prevalentemente un luogo commemorativo di persone che sono sepolte in altri luoghi. Tra le persone più note sepolte qui ci sono Sarah David, benefattrice di origine inglese, l’ingegnere inglese Thomas Holt, a cui si deve l’apertura delle officine a Trieste, e Achille La Guardia, padre del sindaco di New York Fiorello.

Il Cimitero Islamico Ottomano

Il piccolo e seminascosto Cimitero Islamico si trova a Trieste fin dal 1849 ed è contraddistinto da una mezzaluna sul muro di cinta che lo racchiude. E’ l’unico cimitero interamente musulmano in Italia. Purtroppo non è facile trovarlo aperto e le chiavi vanno richieste al Consolato onorario di Turchia in Piazza dell’Unità.

Appena entrati, passando sotto un portone con arco a ferro di cavallo, si trova un pozzo, che serve per attingere l’acqua per il lavaggio rituale dei defunti, e una piccola cappella con il tetto a cupola sormontato da una mezzaluna.

Girando per il piccolo avvallamento si trovano tre steli del XIX secolo sormontate da turbanti: la prima, risalente al 1845-1846, presenta un turbante in cui è scolpita una rosa, simbolo dell’appartenenza ad una confraternita sufi; la seconda, risalente al 1862-1863, è la tomba di un comandante di una nave, la terza, risalente al 1874-1875, presenta uno spadone inciso sul lato e appartiene ad un militare bosniaco che aveva effettuato il pellegrinaggio alla Mecca. Su ogni stele è inciso l’invito a recitare la prima sura del Corano (chiamata Fatiha) per il bene dello spirito del defunto.

Altre lapidi interessanti, tra tutte quelle ricoperte da muschi e licheni, sono quelle di tre soldati commilitoni sepolti in città, un triestino e due bosniaci, entrambi appartenenti all’esercito dell’Impero Asburgico ai tempo della prima guerra mondiale. Entrambe le lapidi sono incise con scritte in tedesco.


Se il post vi ha incuriosito e volete vedere le mie foto, le trovate nel mio spazio Flickr dedicato.


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