Trieste, chiamata anche la “Vienna sul mare” o la “Città del Caffè”, si trova su un lembo di terra tra il mare Adriatico e la Slovenia. Andiamo a scoprirne il centro storico con una passeggiata nei suoi punti più noti.
Piazza Unità d’Italia
Piazza dell’Unità d’Italia a Trieste è oggi la più grande piazza affacciata sul mare d’Europa. Situata alla base del colle del castello di San Giusto, fu un tempo il porto marittimo più importante dell’impero austro-ungarico.
In origine era Piazza San Pietro (Piazza San Pietro), poi il nome fu cambiato in Piazza Francesco Giuseppe, dall’imperatore Francesco Giuseppe. Nel 1918 divenne Piazza dell’Unità (Piazza Unita) in onore dell’annessione di Trieste all’Italia. Il 15 aprile 1955 fu insignita del nome di Piazza Unità d’Italia (Piazza Unità d’Italia).
La vasta ed elegante piazza si apre sul Golfo di Trieste. È fiancheggiata su tre lati da sontuosi edifici governativi di tipo viennese. Dalla piazza partono le antiche strade tortuose dell’insediamento insediamento romano che portano verso il rione Borgo Teresiano.
Il Palazzo Comunale (Palazzo del Municipio), con la sua torre dell’orologio ei Mori in bronzo, si affaccia sul mare. Ai lati l’imponente Palazzo del Lloyd Triestino e il Palazzo del Governo, con una facciata in mosaico dorato. Di fronte al Municipio si trova la Fontana dei Quattro Continenti, realizzata tra il 1751 e il 1754 dallo scultore Giovanni Battista Mazzoleni. Per enfatizzare il legame con il mare è stato installato un impianto di illuminazione con led blu.
Mercanti, marinai, artisti, visitatori e capi di stato hanno chiamato la piazza il “Salotto di Fronte” di Trieste, ed a ragione: è infatti un ottimo posto per godersi un caffè (se vuoi sapere dove leggi il mio post su Trieste, sei imperdibili caffè storici) e guardare il tramonto mentre i bambini giocano e le famiglie passeggiano sul lungomare.
Il Palazzo del Municipio
Situato in Piazza dell’Unità d’Italia, il Municipio è la sede del Comune di Trieste. Alla fine dell’Ottocento l’antico Palazzo della Pretura fu demolito per far posto al nuovo palazzo comunale. Per il Municipio fu scelto l’architetto triestino Giuseppe Bruni, già autore del Palazzo Modello. L’ingegnere e architetto Eugenio Geiringer fu il direttore del progetto, che fu completato nel 1875.
La facciata, rivolta verso la piazza, è di stile eclettico. Presenta due corpi laterali di quattro piani e un corpo centrale di cinque. Al centro, in cima alla torre dell’orologio, due statue in bronzo di Mori soprannominati “Micheze” e “Jacheze” (dallo sloveno Mihec e Jakec) custodiscono la campana. Giuseppe Bruni installò i Mori in memoria dei due che suonarono i rintocchi sulla Torre del Mandracchio, l’antica Porta del porto, demolita nel 1838. I Mori originali, scolpiti da Fausto Asteo da Ceneda, furono installati nel gennaio 1876 ma furono sostituiti da copie nel 1972 durante il restauro. Nel 2004 le statue restaurate sono state collocate all’ingresso del Castello di San Giusto.
Su un palco davanti al palazzo nel 1938 il dittatore Benito Mussolini annunciò le sue odiose leggi razziali. Questo disastro fu corretto nel 1954 quando il sindaco della città, Gianni Bartoli, annunciò i festeggiamenti per il ritorno di Trieste all’Italia, anche se lasciò una profonda ferita in una città che fieramente accoglieva persone da ogni parte del mondo.
La Cattedrale di San Giusto
Il primo edificio cristiano sul sito della Cattedrale di San Giusto fu costruito nel VI secolo. Prima di allora qui c’era un tempio capitolino, i cui resti sono un altare piramidale con i simboli di Giove, Giunone e Minerva, divinità romane. Il tempio aveva un propileo, una porta d’ingresso al regno spirituale. La chiesa cristiana utilizzò parti del precedente tempio pagano, compreso il propileo, mentre i resti originari del pavimento a mosaico sono stati integrati nell’attuale pavimento, che contiene elementi delle murature perimetrali della struttura precedente. La chiesa fu distrutta dai longobardi invasori subito dopo la sua apertura.
Tra il IX e l’XI secolo, sui resti della prima chiesa furono costruite due basiliche: una dedicata alla Madonna Assunta e una a San Giusto; le due strutture vennero unite nel XIV secolo demolendo le navate prospicienti di ogni edificio, aggiungendo una facciata romanica leggermente asimmetrica e ponendo un elegante rosone gotico come decorazione esterna. L’interno è a tre navate. Le due absidi sono rifinite con pregevoli mosaici bizantini-ravennesi.
La cappella di San Carlo Borromeo custodisce nove tombe di pretendenti carlisti al trono di Spagna. La Cappella del Tesoro conserva l’urna reliquiaria di San Giusto, il Crocifisso e l’alabarda di San Sergio. Alcuni dicono che l’arma cadde dal cielo quando San Sergio fu martirizzato. Le opere d’arte all’interno della cattedrale includono mosaici del XII secolo nelle absidi dedicate a Nostra Signora dell’Assunzione e Cristo, i santi Giusto e Servolo. Il sagrato medievale ospita da un lato la chiesetta di San Giovanni del XIV secolo e dall’altro quella di San Michele.
Il campanile si trova nello spazio del propileo romano e nella sua nicchia contiene una scultura del XIV secolo di San Giusto che tiene sotto la sua protezione la palma del martirio e un modello della città.
Il Castello di San Giusto
Il Castello di San Giusto si trova sul colle omonimo e domina la città.
Nel 1382 Trieste era sfinita dalle infinite battaglie contro i veneziani. Nel 1381 fu firmato con Leopoldo III d’Austria un atto giustamente chiamato “Resa spontanea all’Austria”. La città sarebbe stata indipendente sotto un capitano imperiale austriaco. Nel 1468 Federico III, Imperatore del Sacro Romano Impero, ordinò la costruzione di una fortezza per proteggere la città e dare alloggio al suo Capitano. Federico aveva saccheggiato spietatamente la città scacciando gli ostinati veneziani e fece il quarto restauro delle mura cittadine, giusto in tempo per evitare un altro saccheggio da parte degli Ottomani nel 1470.
Alla fortezza-castello si accede attraversando un piccolo ponte levatoio. All’ingresso sono presenti diversi stemmi e stendardi militari di famiglie patrizie della città. Un corridoio a sinistra conduce alle vecchie postazioni di fuoco difensive mentre il passaggio di destra accede al museo delle armi e al corpo di guardia. Una scala conduce al vasto terrazzo e alla piazza d’armi.
All’ingresso si trovano le due statue originali di “Micheze” e “Jacheze”, i due mori in bronzo che un tempo segnavano le ore sulla torre dell’orologio del municipio.
Il Teatro Romano
Ai piedi del colle di San Giusto si trova il Teatro Romano dell’antica Trieste, rimasto a lungo tempo sepolto ma ora esposto e visibile. È un anfiteatro scavato nel fianco della collina secondo l’antico stile greco che risale al I e II secolo d.C. Poteva contenere fino a 6.000 spettatori. La sua costruzione era quasi tutta in muratura ad eccezione del palcoscenico in legno.
Nel 1814 l’archeologo Pietro Nobile intuì la presenza di un teatro dal nome di un villaggio, Arena Vecchia (Rena Vecia). L’anfiteatro fu riportato alla luce solo nel 1938 a seguito di importanti ricostruzioni urbanistiche. Le lapidi ornamentali e le statue rinvenute nel teatro sono ora al Museo Civico di Storia e Arte (Orto Lapidario).
Nel suo periodo di massimo splendore, nel I secolo, il teatro si trovava fuori dalle mura della città, in riva al mare. Fu ampliato durante il regno di Traiano nel II secolo da Quinto Petronio Modesto, procuratore imperiale. L’area salotto sul pendio della collina è divisa in quattro sezioni da serie di gradini, livelli e corridoi.
Viale XX Settembre
Viale XX Settembre, realizzato sopra l’antico acquedotto cittadino, è prevalentemente pedonale e alberato. E’ una strada lunga oltre un chilometro, lungo la quale si trovano gelaterie, pizzerie, ottimi ristoranti, nonché i cinema (il Cinema Ambasciatori è ospitato in uno degli edifici liberty più importanti del centro cittadino) e il Teatro Rossetti.
Diverse volte durante il corso dell’anno ospita bancarelle e manifestazioni: dalla Fiera di San Nicolò a Viale in Fiore.
Il Tempio Israelitico (la Sinagoga) di Trieste
Durante il regime austriaco a Trieste, tra il 1908 e il 1912, l’architetto Ruggero Berlam e suo figlio Arduino progettarono l’imponente Sinagoga di Trieste. Inaugurata nel 1912, la sinagoga ha sostituito quattro sinagoghe più piccole del XVIII secolo chiamate “Scholae”.
Lo stile architettonico era comune a quello utilizzato nell’Italia nord-orientale. Dimensioni e struttura indicano una sinagoga del cosiddetto “periodo di emancipazione”, con una sala di preghiera rettangolare a tre navate e una magnifica abside con mosaici dorati.
L’attenzione si concentra sull’Aron Kodesh, un armadio dell’altare con porte in rame che custodisce i rotoli della Torah. Un’edicola in granito rosa (piccola struttura adibita a sacrario) protegge le Tavole della Legge con quattro colonne. L’edicola è fiancheggiata da due grandi menorah (candelabri a sette rami). La menorah è appoggiata ad una balaustra in marmo con un covone di grano, simbolo della comunità ebraica di Trieste. Sul soffitto, pendenti decorati bordano la cupola con disegni floreali e motivi geometrici. Sopra l’Aron, su tre lati, si trova il balcone delle donne, non più utilizzato. Nella galleria, sotto la volta a botte, si trova un imponente organo a canne impreziosito da stelle di David.
Lo stile esterno è romanico, simile ad altri edifici della Siria del IV secolo. Gli architetti Ruggero e Arduino Berlam lo ritenevano più vicino all’antica architettura ebraica. Potrebbe rappresentare le origini ebraiche mediorientali senza essere troppo bizantino o musulmano.
Durante il regime fascista, il tempio fu utilizzato per custodire opere d’arte rubate dalle case degli ebrei. Gli argenti rituali della Comunità Ebraica sono stati salvati nascondendoli all’interno del tempio. Alla fine della guerra la Sinagoga tornò in funzione. Oggi è uno dei più grandi e importanti luoghi di culto per gli ebrei in Europa.
La Chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo
La Chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo (“Operatore di miracoli”) è la più grande chiesa cattolica di Trieste. Dedicata a Sant’Antonio da Padova, si trova sulla vasta Piazza Sant’Antonio Nuovo, affacciata sul Canal Grande.
La prima chiesa in questo luogo prima della metà del XVIII secolo era una cappella privata dedicata all’Annunciazione. Era però troppo piccolo per accogliere i fedeli e fu presto sostituita da una nuova chiesa chiamata Sant’Antonio Nuovo. Ultimata nel 1771, anche la nuova chiesa si rivelò troppo piccola.
Nel 1808 si tenne un concorso per progettare una nuova chiesa. Vinse il concorso l’architetto neoclassico Pietro Nobile. I lavori furono lenti e la chiesa non fu completata fino alla consacrazione nel 1849.
La facciata presenta un portico dall’aspetto imperiale con sei colonne ioniche e un massiccio frontone disadorno. Vi si trovano sei statue dei santi patroni di Trieste: San Giusto, San Sergio, San Servolo, San Muro, Sant’Eufemia e Santa Tecla, scolpite da Francesco Bosa. La facciata posteriore presenta due campanili. L’enorme interno è caratterizzato da archi e volte a botte. Nell’abside è un affresco di Gesù che entra in Gerusalemme di Sebastiano Santi. Sei nicchie laterali accolgono pale d’altare raffiguranti Sant’Anna e la Vergine Bambino, di Michelangelo Grigoletti; La Presentazione, di Felice Schiavoni; Sant’Antonio in gloria di Odorico Politi; il Martirio delle Sante Eufemia, Erasma, Tecla e Dorotea di Ludovico Lipparini; e la Crocifissione di Joseph Ernest Tunner.
La Chiesa Serbo Ortodossa di San Spiridione
San Spiridione risale al 1751; l’imperatrice Maria Teresa d’Austria aveva ricevuto la visita di Damaskinos Omiros, un monaco greco del Monte Athos successivamente alla quale concesse la libertà di religione ai cristiani ortodossi. Grazie al fratello Damaskinos, la prima chiesa ortodossa orientale fu costruita a metà del XVIII secolo e servì come luogo di culto sia per i serbi locali che per i greci. Nel 1858 la comunità serba di Trieste indisse un concorso per progettare una nuova chiesa di San Spiridione. Hanno gareggiato architetti provenienti da Vienna, Venezia, Milano, Monaco, Roma e Firenze. Fu scelto Carlo Maciachini, architetto di Milano noto per favorire gli “stili storici”.
La chiesa è bizantina, con una pianta a croce greca coperta da un’alta cupola con quattro pennacchi. Sopra gli angoli della vasta sala centrale ci sono quattro cupole più piccole. La facciata principale è in stile romanico-italiano. L’effetto è di un tempio monumentale, maestoso.
L’esterno è rivestito in pietra di Santa Croce e d’Istria. L’uso dei mosaici è limitato alle facciate esterne: un mosaico su fondo oro sopra l’ingresso principale raffigura San Spiridione mentre la lunetta e le nicchie sopra l’ingresso nord hanno mosaici dell’Arcangelo Michele, Sant’Atanasio e San Gregorio di Nazianzo.
Aell’interno, sopra l’altare, è dipinto il Cristo in trono con gli Apostoli, l’Assunzione è mostrata a destra, a sinistra il Concilio di Nicea del 325 d.C., mentre sulla parete ovest c’è un’immagine del sarcofago di Spyridon a Korfu. Nell’iconostasi ci sono quattro icone d’argento e d’oro e pietre preziose. Sono rappresentati San Spiridione, la Vergine Maria con Gesù Bambino, Cristo Re e l’Annunciazione. Sopra ci sono i santi ortodossi serbi Simeone, Sava e Stefano. In alto c’è la crocifissione, la risurrezione e il battesimo di Cristo.
Il Canal Grande di Trieste
Il Canal Grande di Trieste, breve ma navigabile, si trova nel quartiere Borgo Teresiano, tra la stazione ferroviaria e Piazza Unità d’Italia. Fu costruito tra il 1754 e il 1756 dall’ingegnere veneziano Matteo Pirona. Inizialmente il canale arrivava fino alla facciata della Chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo, avendo quindi accesso al Golfo di Trieste, permettendo a navi e chiatte di caricare e scaricare nel centro della città. L’ultimo tratto del canale che tocca la facciata della chiesa fu riempito di macerie nel 1934, creando la Piazza Sant’Antonio Nuovo. Alcuni dicono che lì sia sepolta una piccola torpediniera, ma nessuno vuole dissotterrarla.
Due ponti e una passerella pedonale attraversano il Canal Grande. Il Ponte Rosso attraversa il punto medio del canale. Costruito in legno nel 1756, fu fatto in ferro nel 1832. Il Ponte Verde, all’inizio del canale, fu costruito in ferro nel 1858. Nel 1904 il Ponte Bianco, detto Ponte Nuovo, è stato aggiunto come ponte ferroviario. Il 4 dicembre 2012 si è aggiunta la passerella lunga 82 piedi che collega Via Cassa di Risparmio a Via Trento, in acciaio con parapetti e corrimano in vetro. Ufficialmente si chiama Passaggio Joyce, in onore dello scrittore irlandese James Joyce. La statua di Joyce dello scultore Nino Spagnoli è stata eretta sul Ponte Rosso nel 2004.
La Chiesa Greco Ortodossa di San Nicolò
La chiesa greco-ortodossa di San Nicola e della Santissima Trinità fu costruita sul lungomare di Trieste nel XVIII secolo. Il 2 agosto 1782 fu fondata ufficialmente la comunità greco-ortodossa e nel 1784 iniziò a costruire la sua chiesa sul lungomare del Porto Vecchio. La chiesa, progettata dall’architetto Matteo Pertsch, fu consacrata a San Nicolò (patrono dei naviganti) e alla Santissima Trinità.
L’edificio presenta stili architettonici romanici e neoclassici, con una facciata semplice sormontata da un frontone triangolare disadorno. Sul fronte sono presenti sei lesene doriche a tutta altezza. La chiesa ha due campanili quadrati con balconi, una finestra e un orologio su ogni lato.
All’interno ci sono pavimenti in marmo, lampadari decorati, un pulpito in legno intagliato e un travolgente crocifisso. Icone e dipinti sono ovunque sulle pareti e sui soffitti. Sono raffigurati Cristo, la Vergine col Bambino, Giovanni Battista, altri santi e scene bibliche. Ci sono tre aree liturgiche. Il presbiterio ha tre absidi, la campata e due balconi per il gineceo (matroneo) e il coro.
L’iconostasi divide il presbiterio tra sacerdoti e fedeli. Il pavimento della baia è di marmo bianco e nero. L’icona di San Nicolò a lume di candela è al centro. Cristo in gloria, circondato da una schiera angelica, ricopre il soffitto piatto. L’artista è sconosciuto. Tra le finestre figure degli Evangelisti e degli Apostoli. Sulle pareti laterali si trovano i dipinti di Cesare dell’Acqua La predica di Giovanni nel dolce e Gesù che chiama a sé i fanciulli. Sopra la porta di destra, Abramo è accolto dagli angeli.
Il Molo Audace
La miglior vista sulle Rive e su Piazza Unità a Trieste può essere catturata dal Molo Audace. È un luogo magico per una passeggiata e una boccata d’aria fresca in ogni momento della giornata e in ogni stagione.
Nel 1740 la nave San Carlo affondò nel porto di Trieste, molto vicino alla riva. Invece di rimuovere il relitto, si è deciso di utilizzare la carcassa come base di un molo lungo la costa. Il molo fu costruito e denominato Molo San Carlo. All’inizio misurava 312 piedi di lunghezza ed era attaccato alla riva da un piccolo ponte.
Nel 1861 il molo è stato allungato a 807 piedi. Il ponte era sparito e la banchina era saldamente attaccata alla riva. Il molo San Carlo era movimentato, con continui attracchi e sbarchi e dal movimento di persone e merci.
Nel 1922 il molo fu ribattezzato Molo Audace in onore del cacciatorpediniere Audace, la prima nave della Marina Militare Italiana ad arrivare a Trieste il 3 novembre 1918. L’ancora dell’Audace è oggi esposta al Faro della Vittoria.
Una rosa dei venti in bronzo fu eretta sul molo nel 1925. Porta l’iscrizione “Fuso in bronzo nemico III novembre MCMXXV”. Il rosone è sorretto da una colonna in pietra bianca con una lapide che ricorda il restauro dai danni della seconda Guerra Mondiale.