Itinerario alla scoperta del Sultanato dell’Oman, una settimana fra città, oasi, deserti e cittadelle arroccate.
Il Sultanato dell’Oman, terra delle Mille e una Notte, può essere esplorato in un itinerario di una settimana, andando alla scoperta tutti gli aspetti di questo piccolo ma ricchissimo Paese. Città, oasi, deserti e cittadelle arroccate vi aspettano!
L’itinerario che ho fatto (novembre 2017) è il seguente:
- Muscat
- Bimah Sinkhole, Wadi Shab, Wadi Tiwi, Sur
- Wadi Bani Khalid, Wahiba Sands
- Ibra, Forte Bahla, Jabrin Castle, Nizwa
- Birkat al Mauz, Misfat Al Abreen, Al Hamra, rovine di Tanuf, Muscat
- Barkha, Al Haz
In Oman i wadi sono i letti dei torrenti, quasi dei canyon, dove scorre un corso d’acqua. Le loro sponde sono state luogo di insediamento fin dall’antichità grazie al terreno fertile. In tutto il Paese se ne contano moltissimi.
Oman, l’itinerario
Punto di arrivo e partenza è Muscat, la capitale dell’Oman. La città è diversa da ogni altra capitale della Penisola Araba, perché conserva ancora palazzi antichi, che si rifanno alla tradizione araba con almeno una cupola o una finestra arabescata, e pochi grattacieli. Muscat vive sul mare, e una passeggiata sulla Corniche vi farà entrare nell’atmosfera fiabesca, prima di immergervi tra i vicoli alla scoperta di moschee e bazar.
Se volete qualche spunto su cosa vedere a Muscat, lo trovate qui: Cosa vedere a Muscat: le meraviglie della capitale dell’Oman
Dopo aver esplorato la capitale, ci si può dirigere verso sud. Io mi sono affidata ad un autista con guida, ma si può anche noleggiare una macchina e partire da soli.
Oman, primo giorno on the road
La prima tappa è a Bimah Sinkhole (chiamato anche di Dibab, perché vicino all’omonima cittadina), una bellissima pozza d’acqua in tutte le sfumature del blu, situata in pieno deserto. L’acqua è un misto d’acqua dolce e acqua di mare, il che fa supporre esista un tunnel di collegamento tra la dolina e il vicino mare; tuttavia nessun geologo è ancora riuscito a dare una spiegazione su come si sia formata questa dolina carsica.
Il Wadi Shab, a poca distanza, è uno stretto canyon solcato da un torrente, un percorso tra pareti rocciose verticali e montagne selvagge, ricoperte da palme lussureggianti. L’ingresso al Wadi, punto di partenza dei trekking, è tra Muscat e Sur. Si lascia la macchina al parcheggio e come prima cosa si deve attraversare il fiume con una piccola imbarcazione, per raggiungere il lato opposto dove inizia il sentiero che in una mezz’ora di cammino porta fino ad alcune piscine naturali, Qui ci si può immergere sia per fare semplicemente il bagno che per nuotare una decina di minuti fino a raggiungere delle piccole spiaggette.
Sur, città a circa 150km a sud est della capitale, è famosa per le sue case bianche scintillanti che costeggiano la riva del mare, per la sua fortezza e per l’industria dei sambuchi, le barche a vela tradizionali di legno utilizzate prevalentemente per il trasporto delle merci. Sur è l’unica città dell’Oman ad aver mantenuto i propri cantieri tradizionali per la costruzione dei sambuchi, ce ne sono ancora sette attivi e visitabili.
Oman, secondo giorno on the road
Il secondo giorno on the road può essere dedicato alla scoperta del Wadi Bani Khalid e di Wahiba Sands. La strada per raggiungere il Wadi Bani Khalid è un po’ impervia e tortuosa, una ventina di chilometri che si inerpicano tra gole e montagne, ma lo spettacolo durante e all’arrivo ne fa valere la pena. Arrivati al parcheggio, per ammirare il primo scorcio del Wadi basta camminare 5 minuti fino ad arrivare ad un grande bacino di acqua dolce dal fantastico colore verde-smeraldo; per ammirare i punti migliori bisogna però avventurarsi tra le gole, dove il corso d’acqua si assottiglia e va a formare delle piscine naturali mozzafiato, con l’acqua dai mille colori e riflessi che contrasta con le pareti rocciose che scendono a picco.
Le Wahiba Sands sono una distesa di dune nel secondo deserto più esteso dell’Oman (oltre 12.000kmq) che si trova tra la città di Sur e il massiccio dell’Hajar, a poco più di 200 km dalla capitale Muscat. Il loro nome deriva da quello della popolazione beduina che abita in questa zona. Passare una notte nel deserto è una delle esperienze più belle della vita e qui è possibile farlo in uno dei tantissimi campi tendati presenti. Ce ne sono di tutti i gusti e di tutte le qualità, dalla tenda dei beduini vera e propria fino ai campi con ogni lusso e comfort.
Io ho deciso di appoggiarmi al Safari Desert Camp, che ha organizzato un’escursione in jeep nel deserto, una serata con cena tipica nel campo tendato e una magnifica notte nelle loro tende. Non perdetevi le stelle sopra di voi, saranno uno spettacolo unico!
Oman, terzo giorno on the road
Il terzo giorno on the road prevede delle tappe importanti per la cultura e le tradizioni omanite: Ibra, Forte Bahla, Jabrin Castle, Nizwa.
Ibra è una delle città più antiche dell’Oman ed è stata un importante centro commerciale, culturale e artistico. Vi si possono visitare numerosi castelli e antiche moschee. Vale la pena visitare Ibra il mercoledì perché in questa giornata si svolge l’antico Mercato delle Donne, un mercato con interessanti prodotti artigianali ed etnici, animato da donne Omanite e Beduine vestite nei loro abiti tipici. Una vera esplosione di colori e di odori. Le donne del mercato non gradiscono le fotografie quindi siate molto rispettosi. Io mi sono limitata a fotografare la merce e a cogliere qualche scatto da lontano.
Sull’altro lato della strada si svolge invece quotidianamente il Mercato del Pesce. Qui troverete bancarelle con il pesce fresco pescato nel Golfo Persico e potete assistere alle singolari aste dove viene venduto il pesce al miglior offerente.
Bahla è una città famosa tra gli omaniti per gli ijinn, spiriti malvagi responsabili di ogni genere di disgrazia! In realtà la città è famosa per il suo forte, Patrimonio Unesco dal 1987, che si erge maestoso al centro della cittadina circondata da 12 chilometri di cinta muraria, in splendida posizione a ridosso delle montagne. La città di Bahla è nota anche per le ceramiche che potete trovare passeggiando nel suq.
Jabrin è invece una piccola città nel nord est dell’Oman, nota per il suo importante castello fortificato. Il forte di Jabrin è uno tra i più imponenti e meglio conservati dell’Oman. E’ molto interessante visitarlo internamente per ammirare i soffitti decorati con minuziose pitture a disegno floreale e le pareti dove sono incisi i versi del Corano.
Si arriva infine a Nizwa, capitale del paese dal VI al VII secolo e città che ha visto il massimo del suo splendore durante il regno della dinastia di Ya’ruba, al potere nel paese dal 1624 al 1744. Oggi la città è conosciuta per il suo forte, per un magnifico suq dove si possono trovare il khanjar (il tipico pugnale ricurvo omanita) e delle bellissime ceramiche, per la moschea del Sultano Qaboos dalla cupola blu argentata (una delle più vecchie del paese) e per le sue coltivazioni di datteri. Nizwa si trova in una posizione comoda per raggiungere le attrazioni turistiche del centro del paese, come Birkat al Mauz, Misfat, Al Hamra e le rovine di Tanuf .
Oman, quarto giorno on the road
Nel quarto giorno alla scoperta dell’Oman si possono visitare i dintorni di Nizwa (che poi, essendo situata ad un’ora e mezza da Muscat, sono comodi anche se siete diretti lungo la strada per rientrare verso la capitale). Birkat Al Mawz è un suggestivo e misterioso villaggio abbandonato che si estende ai piedi del massiccio Jebel Akhdar (“la Montagna Verde”). Misfat Al Abreen è un piccolo villaggio con vecchie case in argilla costruite sulle rocce, terrazze agricole e bellissimi vicoli e può essere un posto ideale per una pausa fotografica. Al Hamra (il cui nome significa “l’interno” per la posizione geografica) è stata considerata per lungo tempo il Luogo magno dell’Islam, grazia alla sua fervente attività culturale ed intellettuale. Le rovine di Tanuf sono un vecchio villaggio parzialmente in rovina: durante la rivolta alla fine degli anni ’50, i ribelli si erano rifugiati in questa zona impervia. Il Sultano chiese aiuto agli inglesi per stanare gli avversari ma gli sforzi congiunti fallirono, finchè vennero chiamati due squadre di forze speciali della SAS che bombardarono il villaggio, avendo però preavvisato i suoi abitanti che riuscirono a fuggire in tempo.
Oman, quinto giorno on the road
Il quinto giorno alla scoperta dell’Oman è invece dedicato alla visita del castello di Al Haz e alla città di Barkha. Il castello di Al Hazm è uno dei migliori esempi di architettura islamica in Oman e merita una visita anche internamente, per vedere armi e costumi che riproducono diverse situazioni della vita omanita. Il castello fu costruito all’inizio del XVIII secolo dall’Imam Sultan bin Seif II (la cui tomba è ancora all’interno delle mura del forte). Barkha è una città costiera a nord di Muscat (circa un’ora di distanza) incastonata tra le montagne e le spiagge, con un terreno molto particolare dove riescono a crescere alcuni alberi dell’incenso molto rari come il mashwa ed il dibaj. In città, due venerdì pomeriggio al mese con l’esclusione del mese del Ramadan, si svolge uno degli eventi più famosi dell’Oman: il combattimento di tori. La tradizione è molto antica: i tori brahmini vengono allevati e poi fatti combattere secondo regole prestabilite, messi l’uno di fronte all’altro i due animali iniziano una sorta di combattimento fatto solo di spintoni finché uno dei due alla fine cede. Liberi o meno di assistervi ed essere a favore o contro, io non sono andata a vederlo.
Il mio tour dell’Oman è finito qui, sono poi tornata verso Muscat per riprendere l’aereo e rientrare in Italia. Volendo, si può fare qualche giorno di mare nelle vicinanze di Muscat.
Se volete vedere le mie foto dell’Oman, le trovate nel mio spazio Flickr dedicato.