Alla scoperta due isole della capitale francese: l’Île Saint-Louis e l’Île de la Cité. Collegate dal breve Pont Saint-Louise, hanno una storia molto diversa tra di loro: l’Île Saint-Louis non era altro che un terreno acquitrinoso dove le donne si recavano a lavare i panni, l’Ile de la Cité era il fulcro della città sin dai tempi dei Romani, la sede del potere religioso e di quello reale.
L’Île Saint-Louis, a Parigi
L’Île Saint-Louis, a Parigi, è a sua volta composta da due isolotti (l’Île aux Vaches e l’Île Notre-Dame) che fanno parte fin dal 1614 di un unico territorio. Come detto sopra, l’isola è stata una zona paludosa fino al XVII secolo, quando fu bonificata. Da quel momento iniziarono la costruzione di palazzi nobiliari, tra i quali l’Hotel Lambert – una delle case più belle della città il cui nome deriva da un soprannome che indicava una fazione politica polacca in esilio che aveva affittato il palazzo – e l’Hotel de Lauzun – dove visse per un periodo anche Charles Boudelaire e fra i pochi hôtel particulier che conservano le ricche sculture, i dipinti, gli interni adornati da specchi del tempo di Luigi XIV.
Entrambi questi palazzi si trovano affacciati sul Quai d’Anjou. Inconfondibile per il grosso orologio e la guglia in ferro traforato è la chiesa dell’isola, Saint-Louis-en-l’Île, di stile barocco, costruita tra il 1664 e il 1726. La chiesa è stata dichiarata il 20 maggio 1915 monumento storico di Francia e vi si tengono concerti di musica classica.
Tra le altre cose di rilievo dell’isola c’è la Société Historique et Littéraire Polonaise, un museo dedicato alla vita del poeta romantico Adam Mickiewicz, il maggior rappresentante della politica polacca nella città.
L’Île Saint-Louis è collegata all’Île de la Cité dal Pont Saint-Louis, un ponte dalla storia piuttosto travagliata: la versione in uso del ponte è infatti la settima! Inizialmente le due isole furono collegate dal Pont Saint-Landry, un ponte di legno danneggiato e distrutto nel 1710. Fu subito costruito un nuovo ponte a sette archi denominato Pont Rouge a causa del colore della vernice utilizzata che però andò distrutto nel 1795 dalle piene.
Nel 1804 fu eretto un nuovo ponte chiamato Pont de la Cité, costituito da pilastri di pietra e ringhiera in ferro rivestito di legno, destinato ai soli pedoni e a pedaggio, che però fu demolito nel 1811 a causa d’un cedimento. La quarta versione fu un ponte sospeso del 1842. La quinta versione fu un ponte metallico con un solo arco di 64 metri di apertura che fu però prima danneggiato e poi abbattuto da una chiatta a motore nel 1939. La sesta versione arrivò nel 1941, ma fu solo un passaggio in attesa della versione definitiva. La settima versione, del 1968, è quella visibile tutt’oggi e si tratta di un ponte in putrelle, tutto in acciaio, riservato ai pedoni ed ai ciclisti e spesso, nella bella stagione, animato da artisti di strada.
L‘Île de la Cité, il centro di Parigi
Molto più famosa è la seconda isola, l‘Île de la Cité, il centro di Parigi. Ospita la Cattedrale di Notre-Dame, sede dell’arcivescovo di Parigi, e il complesso del Palais de la Cité (già residenza reale e oggi palazzo di giustizia) con la Sainte-Chapelle e la prefettura.
La prima pietra della Cattedrale di Notre-Dame – purtroppo privata della sua copertura nel disastroso incendio dello scorso anno e al momento non visitabile – è stata posta nel 1163 da Papa Alessandro III; ci vollero poi quasi due secoli per completare l’opera, che è uno dei capolavori dell’arte gotica. La facciata è suddivisa in tre piani che sono incorniciati da due torri alte 69 metri; in cima alla torre sud si trova il campanone Emmanuel con le sue 13 tonnellate di peso. Tra le due torri si estende la Galleria delle Chimere con i famosi doccioni, i gargouilles. Sulla facciata principale si aprono tre portali: quello del Giudizio (al centro), quello della Vergine (a sinistra) e quello di Sant’Anna (a destra). Nella parte superiore si possono ammirare due gallerie, una delle quali con le statue dei 28 re di Giudea, che incorniciano il rosone centrale.
L’interno della Cattedrale – una fortuna per chi l’ha potuto ammirare – è suddiviso in cinque navate sulle quali si affacciano una trentina di cappelle. L’effetto che si ha entrando è mozzafiato, sia per la grandezza della chiesa – lunga 130 metri – che per la luce che penetra dalle vetrate. All’interno ci sono diversi tesori, tra cui l’organo più grande di Francia e le tre preziose reliquie (la Corona di spine, un pezzo della Croce e un chiodo della Passione).
Dal sagrato antistante alla Cattedrale si dica partano tutte le strade di Francia. Con un po’ di pazienza potete trovare la placca in bronzo che segna questo punto. Vi si trovano inoltre l’accesso alla cripta archeologica, parte della prima cinta muraria della città e l’Hôtel-Dieu (ospedale del 1800).
Un’altra meraviglia dell’Île de la Cité è sicuramente il Palais de Justice. Vera e propria cittadella al tempo dei sovrani Merovingi, fu poi trasformata in residenza reale alla fine del IX secolo. Successivamente il palazzo è stato destinato a rivestire il ruolo di centro del sistema giudiziario francese. Quello che vediamo ora è una ricostruzione avvenuta nel corso dei secoli, a causa di numerosi incendi.
All’interno del Palais si trova la Sainte-Chapelle, una pietra miliare dell’architettura gotica, paragonata nel Medioevo ad una delle porte del Paradiso. Le vetrate alte 15 metri sono le più antiche di Parigi (del XIII secolo) e rappresentano più di mille scene religiose. Il rosone narra invece l’Apocalisse in 86 scene, da gustare preferibilmente con le luci del tramonto. Due sono le cappelle che costituiscono la Sainte-Chapelle: quella bassa, destinata al popolo, e quella alta, destinata alla famiglia reale.
Altro edificio all’interno del complesso è la Conciergerie, le cui torri circolari sono inconfondibilmente affacciate lungo la Senna. Questa fu la prima prigione di Parigi e vide tra i suoi ospiti Maria Antonietta e Danton. La torre dell’orologio ospita il primo orologio pubblico della città, che è ancora funzionante.
Proseguendo oltre la Conciergerie si arriva nella triangolare Place Dauphine. Ai tempi di Enrico IV la piazza era circondata di case in mattoni rossi e pietra bianca, che si possono ancora ammirare ai civici 14 e 26. La punta occidentale dell’isola è Square du Vert-Galant (Vert Galant significa “verde galante”, il soprannome di Enrico IV, un tributo alla sua passione per il colore verde e per le belle donne).
Trovate tutte le foto nel mio spazio Flickr dedicato alla Francia.