Belgrado, una città che da tempo volevo vedere, è sospesa tra oriente e occidente e riserva piacevoli sorprese, affascinanti architetture, una cucina molto saporita e un costo molto contenuto.
Prima di tutto i dettagli logistici: partendo da Trieste, ho approfittato di una combinazione Flixbus+BlaBlaCar per l’andata e di un autobus notturno della Fudeks per il notturno. Per me due giorni sono stati sufficienti per vedere la maggiorparte delle cose che mi interessavano. Come hotel, visto anche i costi contenuti, ho scelto tramite Booking il Belgrade Inn Garni Hotel, un 4 stelle a pochi passi da Trg Republike, la piazza principale della città, e vicinissimo alla Skardaska, la via con i ristoranti. Qui ho provato Dva Jelena e Zlatni Bokal (entrambi ristoranti tipici dove mangiare cevapcici, pljeskavica e altre specialità balcaniche). La terza sera, prima di ripartire, ho cenato da Mornar (Dekanska 2), l’ultimo ristorante non privatizzato del Paese. Per una pausa nella storia vi consiglio invece il caffè-pasticceria dell’Hotel Movska, uno dei più antichi della città.
La mia due-giorni a Belgrado è iniziata nella piazza più importante, Trg Republike. Su questa piazza si affacciano alcuni degli edifici più solenni della città: il Museo Nazionale, il Teatro Nazionale, il palazzo Reunion e la Casa dell’Esercito Serbo. Al centro della piazza campeggia la statua equestre del Principe Mihailo Obrenovic, che punta perentoriamente il dito verso sud, ad indicare il Kosovo e la Macedonia.
Dalla piazza, in pochi passi, si raggiunge la Kneza Mihaila ulica, la via centrale della città serba. Lungo questa strada, dove gli abitanti di Belgrado vanno sempre a passeggiare, si affacciano caffè, negozi e librerie storiche. La via fu progettata dopo la cacciata dei Turchi, spazzando via case tipiche, giardini e vicoli. Camminando a naso insù si incontrano maestosi palazzi dalle decorazioni sontuose: tra i tanti, Palazzo Mesarovic (civ.18), l’Institut Français (realizzato per la compagnia di assicurazione Union, il cui nome trionfa all’esterno del palazzo), l’Accademia Serba delle Scienze e delle Arti (civ.35) e la sede della Prva Hrvastka Stedionica, la prima banca di risparmio croata, ora sede del museo Zepter. A metà della via si trova anche la Delijska cesma, una fontana molto cara ai belgradesi.
Accademia delle Scienze e delle Arti Delijska cesma
Terminato il viale e superate le rotaie dei tram, si arriva al parco Kalemegdan, polmone verde del centro città. Prima di entrare nella fortezza si possono fare due passi per il parco molto curato e ricco di statue, tra le quali spicca il monumento alla Gratitudine verso la Francia. Entrando poi nel vivo della fortezza attraverso una delle porte, si può decidere di visitare uno dei musei interni o di godere dello splendido panorama della confluenza della Sava nel Danubio. Nella zona interna alla fortezza vale sicuramente la pena entrare a visitare due luoghi sacri: la chiesa di Ruzica, ricoperta all’esterno dall’edera e internamente decorata da una ricca iconostasi, e la cappella di Santa Pekta, internamente completamente decorata a mosaici.
Santa Pekta Santa Pekta
Ritornando sui propri passi, si possono fare alcune deviazioni rispetto a Kneza Mihaila ulica, per ammirare alcuni palazzi interessanti: la Banca Nazionale, la più antica scuola della città dove fu giocata la prima partita di basket (che in Serbia è tra gli sport più seguiti), la Kafana ? (la più antica di Belgrado, aperta nel 1823), la Cattedrale Ortodossa, il Patriarcato, il Palazzo della Principessa Ljubica e l’antica e pittoresca Kosancicev Venac, lastricata con ciottoli di fiume.
Risalendo poi la trafficatissima Brankova, si arriva in pochi passi al mercato coperto di Zeleni Venac, il maggiore mercato ortifrutticolo dea città vecchia, dove si può assaporare la vera autenticità di Belgrado. Diversi sono gli spazi dedicati ai mercati cittadini ed è molto interessante capitarci verso l’ora di pranzo, per poter assaggiare la cucina serba. Oltre a quello di Zeleni Venac si possono esplorare il Kalenic Pijaca, fondato nel 1926 e famoso per il miele e i prodotti caseari e lo Skadarkija Pijaca, conosciuto anche come Bajloni, il mercato più colorato.
Zeleni Venac Zeleni Venac
Lasciandosi alle spalle il mercato di Zeleni Venac e risalendo per una ripida strada nel mezzo di un parchetto, si arriva nella zona di Terazije, il cuore architettonico della città e uno dei simboli della modernità belgradese. La piazza, dalla forma vagamente ovale, era una spianata paludosa fino al 1830 e vi si trovava una cisterna d’acqua dalla quale, durante il periodo di dominazione turca, si sviluppava il sistema idrico della città. Dopo il 1840 l’area rifiorì, fu posta la fontana che tuttora potete ammirare al centro della piazza e la zona divenne uno degli angoli più animati ed eleganti della città. Tra gli edifici più importanti c’è sicuramente l’Hotel Moskva, ultimato nel 1906 come albergo di lusso (vi consiglio caldamente di entrarci per dare un’occhiata agli interni e per gustare un caffè e una fetta di torta), il palazzo Albanija, il palazzo Atina (civ.28, uno dei maggiori esempi di architettura rinascimentale), il palazzo Krsmanovic (civ.34, dove venne proclamata la costituzione del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, il primo nome della Jugoslavia).
Hotel Moskva Terazije
Alle spalle dell’Hotel Movska partono due strade importanti, Kralja Milana che conduce al tempio di San Sava, e Bulevard Kralja Aleksandra, che porta alla zona dell’ex Parlamento Federale, della Posta Centrale e della Chiesa di San Marco. In una piccola strada che congiunge queste due arterie, sorge un luogo molto interessante, la Casa Museo di Ivo Andric. Gli arredi interni sono quelli originari dell’epoca in cui lo scrittore premio Nobel visse qui: una biblioteca, il salotto, lo studio e un ampio spazio dedicato alla raccolta di fotografie, manoscritti, documenti che ripercorrono la sua vita.
La zona circostante è molto interessante sia per gli edifici menzionati sopra (l’ex Parlamento Federale in stile classico e la Chiesa di San Marco dagli esterni imponenti e dall’interno spoglio decorato tuttavia da uno dei più grandi candelabri del mondo cristiano) che per la presenza delle rovine della sede della Radio Televisione Serba, provocate dal bombardamento NATO nella notte del 23 aprile 1999, durante il quale persero la vita 16 giornalisti. In memoria di quella tragedia potete vedere una lapide che ricorda i nomi delle vittime e si pone la domanda – tuttora senza risposta – “Zasto? Perchè?”. Nelle immediate vicinanze si trova anche il museo di Nikola Tesla con una mostra permanente che propone la biografia del grande scienziato, nato in una cittadina ora croata ma all’epoca serba, e alcuni macchinari interattivi che simulano le sue invenzioni e le sue scoperte.
rovine della sede della Radio Televisione Serba Zasto? Perchè?
Il tempio di San Sava si invece trova alla fine di una passeggiata abbastanza lunga (può essere fatta salendo sul tram numero 2), in un quartiere prevalentemente residenziale. San Sava è uno dei santi più venerati della chiesa serba, soprattutto perchè nel 1594 il Visir ottomano ordinò di dare alle fiamme le sue spoglie, per umiliare il sentimento nazionale serbo. Nel 1894, in occasione del trecentesimo anniversario, venne eretto il tempio, in ricordo del buio momento vissuto sotto la dominazione turca. Inizialmente previsto di dimensioni minori, fu poi progettato nell’attuale maestosità, con una gigantesca cupola di 400 tonnellate a coprire il tetto, una croce dorata di 4 tonnellate alta 12 metri e un rivestimento in marmo bianco. L’interno al momento della mia visita non era accessibile ma ho potuto visitare la cripta sotterranea, di una bellezza mozzafiato, con decorazioni e icone dorate e meravigliosi lampadari pendenti da un soffitto a volte.
San Sava San Sava San Sava San Sava
Riprendendo il tram numero 2 oppure il tram 31 si può arrivare al capolinea, in Studentski Trg, la piazza degli universitari, molto trafficata dalle linee dei trasporti pubblici. In epoca turca tutta la zona era destinata a luogo di sepoltura e fu poi lasciata in rovina per diversi decenni, fino a quando fu istituito un mercato e successivamente venne creato un parco pubblico, tuttora presente. Sulla piazza si affacciano alcuni edifici interessanti come il palazzo del Capitano Misa, dalle linee orientali e gotiche, ora sede dell’Università di Belgrado. Alle spalle del parco che si apre sulla piazza, si trova una zona ricca di street-art, il quartiere di Dorcol, con ancora qualche presenza islamica e ebraica (si può trovare un monumento funebre islamico, il museo Storico Ebraico, la moschea Bajrakli e il luogo dove sorgeva fino al 1941 la sinagoga sefardita.
Dorcol Dorcol Dorcol Dorcol
Ritornando verso Trg Republike, si può fare una deviazione per vedere la via Bohémienne della città, Skadarska ulica. Storicamente abitata da popolazioni gitane, si è sempre distinta per le taverne popolari dove si poteva mangiare e bere a poco prezzo, magari trovandosi anche nel mezzo di qualche rissa tra Serbi, Turchi e abitanti del luogo. Nel corsi degli anni la reputazione della zona è migliorata, negli anni è diventata punto di incontro di artisti, musicisti, scrittori e oggi vi si trovano alcuni ottimi ristoranti affacciati su una via rinnovata, lastricata con gli antichi ciottoli e illuminata da graziosi lampioni. Verso la fine della strada si possono ammirare alcuni edifici con dei murales interessanti e una fontana copia della Sebilj di Sarajevo, donata ai tempi in cui fra le due città correva buon sangue.
Skadarska ulica Skadarska ulica
Riprendendo il tram 41 da Studentski Trg in una decina di minuti si può arrivare al Museo della Storia della Jugoslavia e alla Casa dei Fiori, dove è sepolto Josip Broz, ovvero il Maresciallo Tito. L’edificio che ospita il museo fu donato dalla città di Belgrado a Tito nel giorno del suo 70esimo compleanno e si trova adagiato su una collina da cui lo sguardo spazia fino al centro città; ora ospita mostre temporanee legate alla figura del maresciallo e alla storia della Jugoslavia socialista. Nel biglietto di ingresso è compresa anche la visita alla Casa dei Fiori, luogo che prende il nome dalle migliaia di fiori che i visitatori depositavano sulla tomba di Tito. Qui infatti, in uno squadrato sarcofago di marmo bianco con inciso il nome in lettere dorate, è sepolto il Maresciallo. Al suo fianco, ma in posizione decisamente defilata e nascosta, si trova anche la tomba di Jovanka, sua moglie. Negli spazi espositivi attorno al cortile-mausoleo vengono conservati cimeli e testimonianze della vita politica e privata di Tito: dalle fotografie del suo funerale, alle sue uniformi, da una riproduzione del treno blu che usava per viaggiare nel Paese ad una collezione di testimoni, statuette che venivano forgiate da scuole e associazioni e donate a Tito. La Casa dei Fiori è circondata da un piacevole parco puntellato di statue donate al Maresciallo nel corso della sua carriera politica.
Casa dei Fiori Casa dei Fiori Casa dei Fiori Casa dei Fiori
Un altro luogo interessante, per concludere il mio weekend nella capitale serba, è stata la visita al quartiere di Novi Beograd, raggiungibile in autobus oppure a piedi attraversando il ponte Brankov (da cui si hanno splendide vedute sulla città vecchia). Appena al di là del ponte si apre il parco dell’Amicizia, dove gli abitanti di Belgrado si ritrovano a passeggiare, giocare con lo skate o fare jogging. Ai margini di questo parco, vicino al fiume, si trova il museo di Arte Contemporanea, che si sviluppa in sei cubi dagli angoli tagliati (sei, come il numero delle repubbliche jugoslave) ed è ricoperto da marmo bianco e vetro. Proseguendo in direzione Zemun (anche facendo un giro in autobus si possono cogliere gli elementi essenziali del quartiere) si incontrano alcuni luoghi interessanti, come il palazzo del Consiglio Esecutivo Federale, dall’aspetto tetro e malinconico, l’Hote Jugoslavija, bombardato dalla NATO nel 1999 e riaperto nel 2013, e la torre Genex, di stile brutalista che nel periodo più florido della Federazione jugoslava rappresentava la porta di ingresso per chi arrivava da Lubiana e da Zagabria.
Museo di Arte Contemporanea Parco dell’Amicizia
Qui finisce il racconto della “mia” Belgrado, di quello che sono riuscita a vedere e vivere in poco meno di 48 ore nella capitale serba. Per ogni ulteriore approfondimento, vi consiglio la guida “Belgrado e dintorni” di Odòs (https://www.libreria-odos.it/prodotto/belgrado-e-dintorni/) dalla quale ho individuato gli itinerari da seguire e le informazioni storiche/artistiche.
Se volete invece vedere l’intera galleria fotografica, la trovate ad uno di questi due link: Flickr https://www.flickr.com/photos/borntotravel77/albums/72157713318363976 oppure direttamente qui sul sito https://www.claudiatoffolon.com/europa/serbia/